Faceva un freddo cane, stasera, ma l'ultimo sole chiamava per un giretto sul pontile, una carica di tabacco dolce e uno schizzo veloce.
Arrivo sul posto, prendo il blocchetto e... cazzo, è quello finito! Niente fogli disponibili.
Ecco perché mi sono ridotto a disegnare sul cartoncino del fondo!
giovedì 17 gennaio 2013
lunedì 14 gennaio 2013
Lo sapevate?
Ieri sera guardavo "Uomini che odiano le donne", il recente adattamento cinematografico del giallo di Stieg Larsson. Che io abbia un autistico occhio per i dettagli superflui ormai è proverbiale ma non capita spesso che mi facciano ridere tanto.
E' un film dove la tensione si taglia col coltello, come la nebbia ma con più agitazione. Ormai è trascorsa un'ora, sedici minuti e diciotto secondi; segui, ascolti ed elabori il ragionamento che sotto i tuoi occhi si sta piano piano dispiegando come un complesso origami.
Passa un secondo.
Poi un altro.
Poi un altro.
L'inquadratura cambia. E' lì che devo stoppare. Elena mi chiede che c'è, io le dico che devo tornare un attimo indietro, mentre inizio a ridere, perché le devo far vedere una cosa.
Indietro di tre secondi. Ecco, attenta: un'ora, sedici minuti, diciotto secondi. La mano si sposta e scopre pian piano una foto. Un secondo, la foto appare in tutta la sua chiarezza. Eccola:
Quella è VULVIA! Ahahahahahah! Non ci credo, è Vulvia.
Elena si mette a ridere come una pazza, poi mi guarda, scuote la testa e si rassegna. Come si fa a guardare un film così? Voglio dire, temendo che da un momento all'altro spunti fuori dicendo "Lo sapevate? L'assassino è il maggiordomo. Assassini classici, su Rieduchèscional Channel".
E' una condanna, lo so.
Un giorno capirò come mai guardo ogni cosa in secondo piano tralasciando quelle di fronte a me; i particolari superflui, le cose che nessuno nota. Te che, mentre la tua collega al banco del forno serve la gente, rispondi al telefono pulendoti le orecchie col dito; te che in auto al semaforo ti scaccoli allegramente come se nessuno potesse vederti, tranne me nello specchietto retrovisore; a volte è una pena.
Restituitemi i primi piani. Preferisco non sapere.
venerdì 11 gennaio 2013
mercoledì 9 gennaio 2013
Gulasch - un omaggio alla mia quarta nazionalità alternativa
Nel 2009 ho viaggiato in Croazia. Anzi, a dire il vero avevamo con noi una guida della Yugoslavia con dentro dei dinari come segnalibro, ma qui già divago. Insomma, in un campeggio, per farla breve, mi sono sentito attribuire la mia quarta nazionalità alternativa. La prima volta fu al dock di Holyhead, in Galles, dove una giovane mamma dublinese pensò per qualche minuto che fossi irlandese, anche se stavo suonando la chitarra e cantavo un pezzo dei Dire Straits con una pronuncia che immagino pessima. Poi è stata la volta del viaggio in Turchia, durante il quale mi è stato dato del bulgaro e un venditore di tappeti mi ha perfino etichettato come georgiano, cosa che tra l'altro mi fa piuttosto piacere perché non è da tutti vantarsi d'avere la faccia da georgiano. E poi anche Katie Melua è georgiana, anche se non lo sa nessuno, ma vabbè, divago ancora.
Dicevo che nel 2009 ero in Croazia, in campeggio, e stavo finendo di montare la tenda quando sono arrivati due ufficiali della Geheime Staatspolizei. Sì, la Gestapo. No, insomma, erano due austriaci vestiti da nazisti, con lunghio soprabiti di pelle consumata, elmetti militari invece del casco e due moto Puch degli anni '30 con la targa in caratteri gotici stampata su una lamina lungo il parafango anteriore che avrebbero fatto sciogliere in brodo di giuggiole diversi miei amici appassionati di moto. Per farla breve, questi parcheggiano accanto a noi, scendono dalla moto, uno dei due - quello coi baffi alla Lemmy dei Motorhead - si volta verso di me, allarga un sorriso ed esclama: "Hungària!!!"
Io onestamente sono rimasto un po' scosso. Gli ho spiegato che eravamo italiani e ho chiarito con diplomazia il fatto che non fossero effettivamente degli ufficiali nazisti.
Così ho scoperto, dopo le altre tre nazionalità fantasma, che devo avere una faccia da est europa. Un'aria da velika pivo e sbiadite foto della DDR. Dev'essere la radioattività rilasciata dalla mia Zorki 4. Chissà.
Fatto sta che oggi, in omaggio a quella gran faccia da ungherese che mi ritrovo, ho fatto il Gulasch.
Era buonissimo.
Perfetto per questa fredda e nebbiosetta giornata di gennaio.
Una bella Weißbier e egészségére!
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