lunedì 10 dicembre 2012

Pane e panini

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Io ci vedo bene un bella salsiccia arrostita, cipolle, senape e voi?


martedì 27 novembre 2012

Tonkotsu dashi

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Ieri avevo una strana nostalgia del Giappone.
Due anni fa, l'indomani, avrei preso un aereo e lasciato quel paese.
Oggi, nella Casa dei Semafori, preparo il tonkotsu dashi per il ramen.
Fuori piove. Il traffico lascia strisciate di luce.
Una piccola Blade Runner dalla finestra della cucina, invasa dall'odore del brodo.

giovedì 8 novembre 2012

Laugenbrot

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Tutto è nato quando c'è venuta l'idea di fare una cena bavarese per inaugurare il tavolo nuovo. Volevamo fare dei bretzel ma le ricerche ci hanno casualmente portati a questo post di Anice e Cannella sui Laugenbrot e ci sono subito piaciuti.
Evito di replicarvi la ricetta che troverete comunque seguendo il link e piuttosto vi delizio con qualche foto.

Abbiamo scelto di farne due versioni: con sale grosso e con il cumino, entrambe ottime persino col burro e la marmellata (sì, anche quello col sale grosso). A colazione sono una squisitezza, specialmente se ripassati in forno per qualche minuto. Tutto sommato farli non è troppo laborioso. Il problema semmai è che questi panini mi hanno reinnescato irrimediabilmente la voglia di panificare, in tutte le forme. Quale sarà la prossima ricetta?

martedì 30 ottobre 2012

Fa freddo

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Fa freddo. Sull'Altissimo (il monte, non il padreterno) ha nevicato. Lo vedo dalla finestra.
Il problema è che l'Altissimo è vicino.
Pure troppo.
Brrr.

giovedì 18 ottobre 2012

La casa dei semafori

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Alla fine ci siamo. Casa nuova, a centocinquanta chilometri di distanza, dopo lavori di imbiancatura, riparazioni elettriche, idrauliche, di infissi, montaggio e modifiche di mobili (perché era abbastanza ovvio che hackerassi anche la mobilia) e poi acquisti, pulizie, sudate e tutto quello che si fa normalmente quando ci si prepara ad andare a stare da qualche parte.

La casa dei semafori ora è accogliente, ci sono un letto carino e dei comodini bizzarri l'uno diverso dall'altro. Ah, vi chiedete perché abbia scritto "casa dei semafori"? Perché all'angolo della provinciale, dove abitiamo ora, ci sono i semafori. Quindici. Giuro, l'ho contati. Si prospettano serate psichedeliche.
Il salotto è arredato con gusto eclettico: è vuoto e nel mezzo campeggia il treppiedi con la tromba infilata su. E sarà bene che mi affretti a portare la sordina perché temo che sebbene le simpatiche anziane signore che dividono con noi il condominio non la sentirebbero neanche, i vicini del piano di sopra mi darebbero probabilmente fuoco alla bici.
C'è un laboratorio.
E' la stanza dedicata ai lavori, meccanici, atigiani, artistici, tecnici, tutto insomma. Poteva mancare? Se il salotto è vuoto, il laboratorio è già attrezzatissimo con scaffali, attrezzi, materiali, tutto quel che serve, in definitiva, per sistemare un appartamento ancora in corso di ottimizzazione.


Certo, se ci portassero il tavolo e le sedie che abbiamo ordinato da più di un mese potremmo spostare nel laboratorio il tavolone e le caprette che usiamo al momento, dando anche alla cucina un aspetto migliore. Ma siamo gente alla buona, e ci si adatta un po' a tutto, anche se uno deve stare su una sedia di plastica e l'altro su un panchetto di vimini.
Il resto con calma. Ora il sole è tramontato, i semafori si notano di più.
C'è una tazza di tè; i Counting Crows cantano "Up all night", la teiera copre tatticamente un foro sul tavolo fatto da chissà chi, anni fa, con ben poca perizia. Tutto è perfetto, nell'approssimazione.
A presto, le trasmissioni riprendono da una nuova stazione ma per la rete la distanza è identica: sono sempre qui, siete sempre lì.

mercoledì 10 ottobre 2012

Bentornato

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Fa un gran piacere tornare a casa dopo un viaggio e trovare un pacchetto :-)


lunedì 10 settembre 2012

Vongole

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Pasto corroborante prima di un'oretta di babysitting con Alessandra.
Bimba, hai uno zio saporitissimo :-)
-
starring: spaghetti di Gragnano, vongole veraci

giovedì 6 settembre 2012

Fulmini

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Palmaiola
Falcone
Cerboli

mercoledì 29 agosto 2012

Monte Sumbra

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Vetta del monte Sumbra, 1765 m s.l.m.
La mattina del 19 agosto il nostro accampamento appariva così a chi, invece di dormire in vetta, si era avventurato solo qualche ora prima nel bosco e poi lungo il crinale.

lunedì 6 agosto 2012

Palmarola?

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Questa è una foto della mappa in cemento pigmentato che qualche anno fa fecero incastonare nell'asfalto di Piazza Bovio, a qualche metro dal faro.
Ero a fare due passi, sabato, quando mi capita di sentire che la maggior parte delle persone che stavano passeggiando aveva un imprecisato accento del nord. Sul faro stesso ci sono scritte chiaramente eseguite da ignoti artisti di Varese e Bergamo, quindi di che stupirsi? E' un dato di fatto: il turismo del nord è giunto a Piombino. Quello che mi ha incuriosito è che in un gruppo di ragazzi, mentre indicavano le varie isole dell'arcipelago, c'era uno che si ostinava a nominare Palmarola. Con la R. E' immediato che uno si metta a sorridere, un po' come quando li trovi sul treno che fanno la conta delle stazioni e li senti parlare di Cecìna, con l'accento sulla I. Peccato poi che l'occhio cada sulla mappa gentilmente messa a loro disposizione dall'Amministrazione, dove fa mostra di sé l'isola di PalmaRola, con la R, peraltro espiantata illecitamente quanto approssimativamente dal golfo di Gaeta dove, insieme a Ponza, Zannone e Gavi, costituisce da sempre il gruppo di nord-ovest delle isole Pontine.
E' da tempo che si parla di ristrutturazione della piazza, con percorsi partecipati, proposte e annunci alla cittadinanza. A questo punto una cosa sola m'interessa: che rimuovano almeno quell'aggeggio. Se non altro per non far vedere a questi nordici visitatori che neanche noi sappiamo come si chiama casa nostra.

venerdì 3 agosto 2012

Bedroom

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I ciclisti contromano

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Non ne posso più.
Davvero.
Ogni giorno rischi di investirne uno perché, poverini, questi villeggianti che prendono la bici una settimana all'anno non hanno la minima idea di come si circoli in bicicletta. Peggio ancora se gli fai una pista ciclabile e, a tradimento, gliela fai diventare a senso unico all'improvviso. Come diavolo vuoi che se ne accorgano? Con un cartello tra le frasche?
Quindi, non solo ho scritto al sindaco, all'assessore ai lavori pubblici e al comando di polizia municipale.
Ho scritto anche alla stampa locale.
E ora lo comunico anche a voi, pregandovi gentilmente di diffonderlo.
Ah, e se capitate a San Vincenzo, occhio alle piste ciclabili. Nascondono insidie.
-
Al Sindaco del Comune di San Vincenzo
All'Assessore ai Lavori Pubblici di San Vincenzo
Al Comando di Polizia Municipale di San Vincenzo

e, per conoscenza

Alla stampa locale
e
in diffusione sui social network


Buongiorno.
Ieri, come molti altri giorni in questo periodo estivo, c'era un vigile urbano all'attraversamento pedonale rialzato del Paradisino a coadiuvare l'attraversamento dei pedoni.
Mi piacerebbe sapere perché sia lui sia tutti gli altri colleghi che ho visto nella stessa posizione ignorino completamente i ciclisti che, nel frattempo, procedono contromano sulla pista ciclabile che, tra il Mediterraneo e la Pinetina, diventa a senso unico.
Questi ciclisti, quando incrociano quelli che procedono in senso opposto, li evitano invadendo la corsia delle auto per un'ovvia mancanza di spazio e in pratica si lanciano letteralmente sotto le ruote di chi passa, compreso me che, in Vespa, ho dovuto schivarli più e più volte.
Sarebbe un gesto di civiltà impiegare gli stessi vigili urbani, piuttosto, per indicare ai ciclisti il giusto senso di percorrenza di quel tratto di pista ciclabile, indicato da una segnaletica mal posta e completamente ignorata dai ciclisti, in special modo quelli improvvisati che usano la bici una volta all'anno in occasione delle ferie.
Tra l'altro il motivo per cui l'attraversamento pedonale è stato fatto rialzato è proprio quello di fare in modo che le auto rallentino senza bisogno di qualcuno a dirigere il traffico. Se deve starci un agente ad assolvere la stessa funzione sarebbe bastato lasciare la strada com'era, con grande gioia dei nostri semiassi, delle nostre forcelle sterzo e dei nostri pneumatici, nonché dei nostri fondoschiena.

Nella speranza di un gesto d'attenzione verso i cittadini vi saluto cordialmente.

Alessandro Melillo

mercoledì 1 agosto 2012

Cinghiale al mare

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Mi domando se prende ombrellone e sdraio o se è tipo da scogli.


martedì 31 luglio 2012

Peperoncini viola in maturazione

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Eccoli, stanno maturando piano e continuano a fiorire e produrre nuovi frutti. Pare si trovino bene, le piante.


venerdì 20 luglio 2012

La Peloso - 05 - alpha release

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Ecco, ora che avevo tutti i pezzi non ho resistito alla tentazione di montare tutto. Certo, il telaio è da finire di carteggiare e lucidare, ma le ruote si smontano in un secondo quindi non c'è problema. Volevo vedere l'insieme.
E provarla, ovvio; a mezzanotte e mezzo, in bermuda e sandali (quanta strada), senza maglietta.
Fantastica.
Forare la forcella (o meglio alesare il foro esistente) con una punta nuova di zecca e un bel trapano Metabo che sospettavo solo di avere in garage ha richiesto uno sforzo immane: un minuto scarso di lieve pressione. Il freno Miche Performance è eccellente. La sella è comodissima (per quanto visivamente ingombrante, più che altro per via delle molle).
Ora devo pensare al nome.
E a pedalare.

martedì 17 luglio 2012

La Peloso - 04

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Un work in progress. Quasi completata la finitura del telaio ho iniziato un montaggio temporaneo dei componenti per alcune verifiche. Occorrerà un nuovo canotto reggisella per via del fatto che questo telaio non prevede collarino ma solo una vite con dado a stringere il tubo piantone. Il freno Miche Performance che ho scelto di montare usa una boccola cromata come fissaggio alla forcella ma il foro sulla forcella è troppo stretto, quindi dovrò alesarlo leggermente con una punta da 8mm. La piega corsa, che qui vedete in una posizione non troppo ortodossa, deve essere rivestita con nastro perforato color cuoio che farà coppia con la sella a molle elicoidali in cuoio naturale. Come leve ho scelto una piccola leva freno da ciclocross di quelle che vengono utilizzate come passanti, in modo da avere un comando contenuto e non troppo ingombrante anche dal punto di vista visivo. I cerchi sono in alluminio ad alto profilo (30 mm) con copertoni Vittoria Zaffiro 700x23, leggerissimi. Il posteriore monta un mozzo flip flop pista/strada; non ho montato il meccanismo della ruota libera sul filetto da strada, che non prevedo di usare. L'accoppiata scelta per corona-pignone, inizialmente ipotizzata come 44x17, alla fine è stata invece la 49-18 che offre numerosi vantaggi, tra cui quello di non dover smontare la guarnitura per togliere la corona esterna (quella interna la lascio al suo posto) e quello di avere quasi il doppio di punti di skid, cosa che sarà utile per uniformare l'usura del copertone. Intanto che continuo a testare i componenti ecco un paio di immagini come teaser.



lunedì 16 luglio 2012

Peperoncini 2012

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Quest'anno la coltivazione è stata ridotta in varietà ma è bella rigogliosa. Dai semi degli annuum violetti che avevo l'anno scorso sono nati - ovviamente - altri annuum, ma di due distinte varietà: una identica alla pianta madre, a corolla violetta, foglie chiazzate di nero/viola e frutti che diventano viola, l'altra a foglie marcatamente verdi e più chiare, fiori bianchi e frutti che da gialli restano tali senza passare per la fase viola intermedia.
Invece, dai semi di capezzolo di scimmia seminati sono nate delle piante che, come struttura e foglie, ricordano più un fatali. Stanno iniziando a spuntare i primi boccioli, e i frutti toglieranno ogni dubbio.





giovedì 5 luglio 2012

Falcone, spiaggia

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La spiaggia del Falcone, Piombino.

martedì 3 luglio 2012

Pruno, Alpi Apuane

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Pruno, comune di Stazzema, Alpi Apuane.
Uno schizzo veloce, fotografato sul posto e regalato a Ilaria e Fabrizio.

giovedì 14 giugno 2012

Incendio sulla provinciale 23

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Un incendio non da poco. Con la peluria dei pioppi basta un niente perché tutto prenda fuoco. La parte più inquietante è rimanerci bloccato per un'ora e mezzo in quanto nel tempo che impieghi per arrivare a trovare i camion dei Vigili del Fuoco che bloccano la strada l'incendio si è riacceso proprio alle tue spalle.
Traversine di treni utilizzate come pali per recinzione in fiamme, col loro trattamento impregnante all'olio di catrame; rotoballe incendiate (ebbene sì, ho infranto un tabù: le foto di rotoballe); bombole di gas. Tante bombole. A pochi metri, in mezzo alle fiamme.
E poi puzzo.
Da fare schifo.
Immaginate la gioia, in ufficio.









lunedì 4 giugno 2012

Duemmezzaccàla

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Sarà, che il tempo bello stenta ad arrivare.
Sarà, che a Piombino il mare fa schifo, che ci sono le acciaierie.
Io, sabato, ero ar mare a Calamoresca, e dimorto. Due minuti da casa.
Fate pure, andate in riviera, cercate la rena, i servizi, le bandiere blu e restate convinti di quello che vi raccontano.
Io sto a casa mia.
Se vi va, siete i benvenuti.

venerdì 4 maggio 2012

Marinaio

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San Vincenzo, il marinaio, scrap kraft paper, pencil, Pilot G-Tec C4 gel pen

giovedì 3 maggio 2012

Blowin' the horn

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Slaccata.
Ho slaccato la campana.
Non vedo l'ora che l'ottone si ossidi.
Meanwhile, I blow my horn over Hiromi playing. It's a whole lotta fun.

lunedì 23 aprile 2012

The art of urban sketching (and writing!)

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Che fossi una sorta di cane da refusi lo sapevo bene. Capita molto spesso che mi salti all'occhio un refuso di una sola lettera in un testo di tremila battute prima ancora di aver capito di cosa tratti il testo stesso. E' più forte di me, lo vedo e basta.
Forse dovevo fare il correttore di bozze, chissà, ma quello che mi è capitato stavolta fa ridere.
Sono da qualche tempo il felice possessore di un bel libro intitioato "The art of Urban Sketching", una sorta di viaggio intorno al mondo attraverso gli schizzi degli artisti di ogni località. Stavo beatamente "visitando" Sheffield attraverso i bei disegni dell'illustratrice inglese Lynne Chapman quando, alla seconda pagina, qualcosa mi balza all'occhio. Ecco il disegno.



Lo vedete anche voi?
Manca una L.
Fosse solo quello non sarebbe nulla; è che purtroppo questo trasforma irrimediabilmente la scritta "Bagni Pubblici" in un'esilarante "Bagni Pubici" come se fosse ua sorta di ritrovo termale pieno di bidet...!
Ho scritto a Lynne che mi ha confessato con una risata di essere stato il primo in diciotto mesi, lei compresa, ad accorgersi dell'errore. E pensare che questo disegno è sul suo sito, sul libro e persino su Flickr. Anzi, la cosa l'ha divertita tanto che ha voluto postare un articolo sul suo blog.
Chiusa la parentesi scherzosa vi invito davvero di cuore a leggervi il libro, farvi un giro sul sito e sul blog di Lynne Chapman e poi magari prendere un foglio di carta e una penna e mettervi a disegnare. E' divertente, rilassante, aiuta in modo incredibile a sviluppare attenzione ai dettagli e concentrazione e inoltre, beh, c'è tutto un mondo di buffi tipi come voi là fuori che sta disegnando qualcosa, in giro, e sarà felice di scambiare due chiacchiere.
E' un po' che lo faccio, ora sta a me sottoporre all'esame degli altri i miei errori. Aspettatevi qualche schizzo, prossimamente.

venerdì 6 aprile 2012

Rhodia pad

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Rhodia pad.
Come potrei vivere senza?
E' la dependance del mio cervello, l'espansione che mi permette di non impazzire.
O forse sono già pazzo, e il blocchetto Rhodia ne è l'inconfutabile testimonianza.
Blocco nuovo, blocco vecchio. Dopo mesi e mesi diventa così.
Ma come si fa a vivere senza un Rhodia n.11? Legatura essenziale, carta Clairefontaine (la migliore del mondo, su questo non si discute) e vedo che in queste nuove versioni c'è anche il marchio PEFC per lo sviluppo forestale sostenibile.
Metteteci insieme un lapis Palomino.
Ecco: la vita vi sorride.

mercoledì 21 marzo 2012

Erica Mou - È

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Le recensioni devono essere oneste, e in tutta sincerità quando ho sentito nominare Erica Mou ascoltando distrattamente il Festival di Sanremo mentre mi preparavo la cena ho pensato "Ma questa che cazzo di nome ha?".
Perché il problema è che se si è distratti, ogni diversione dal normale corso delle cose, dai volti, le forme e i suoni consueti, appare come strana e difficilmente si apprezza ciò che sfugge dall'abituale.
Ringrazio ancora il cielo di aver prestato una briciola in più di attenzione.
Il pezzo di Sanremo, Nella vasca da bagno del tempo, coraggiosamente presentato con un approccio ormai inconsueto (ovvero da seduta e con la chitarra in braccio) già si faceva notare per qualcosa di diverso. No, non diverso come certe pagliacciate viste in festival passati - mi sovvengono il Vaffanculo e la Bella Stronza di Masini, il piccione di Povia, senza scomodare troppo Marcella Bella con "Uomo Bastardo" scritto sul culo con le paillettes - ma diverso perché c'era qualcosa, qualche tono delicato che riusciva a trasmettere un messaggio, una sensazione.
Come? Trasmettere? A Sanremo? Ma scherziamo?
Il pezzo, lo ammetto, mi ha fatto posare il coltello sul tagliere per farsi ascoltare. Alla fine, rivedendo perfino la mia posizione su quel "Mou" che iniziava a suonarmi dolcemente provenzale, il pensiero è stato che forse non tutto era perduto, in questo festival. Insomma, che culo aver ascoltato Sanremo per l'unico quarto d'ora  piacevole, mi sono detto.
Poi la cena ha avuto la meglio - è ovvio, i tagliolini saltati in padella hanno sempre la meglio, specie su Sanremo - ho spento la tv e la settimana è trascorsa.
Il lunedì successivo scopro di non aver intuito male: Erica Mou ha vinto il premio della critica e quello della sala stampa. Gli unici significativi, tra l'altro.
Per me è Erica Mou che ha vinto Sanremo.
E scopro così che è un bel po' che scrive e suona, che si esibisce dal vivo come dovrebbe fare qualsiasi musicista degno di questo nome e che ha prodotto della musica bellissima.
Ascolto pezzi su YouTube, interviste, clip, e quel disco "È" che racchiude in un solo guscio colori, suoni e sapori conosciuti e amati, sopiti o anche appena accennati. Immagini consuete, a volte tanto da farmi pensare di essere stato osservato per tutta una vita.
Perché quando senti qualcuno e pensi con entusiasmo, che so, "Bello, sembra Fossati" e lì ti fermi, la maggior parte delle volte significa o che è un pezzo di Fossati che non conoscevi o che il tipo in questione fa un po' troppo il verso a Fossati. Erica Mou invece catalizza sfumature. Ci senti la prima Carmen Consoli e Meg, Enya, Mario Venuti, Teresa De Sio, gli Üstmamò e perfino Imogen Heap, i Quintorigo, Grace Slick e Newton Faulkner. Ma non si tratta di citazioni, di campionamenti stilistici; sono piuttosto il condimento di brani musicalmente originali affiancati a dei testi che non hanno paura della propria espressività singolare.
Erica Mou è musica nuova.
Il suo disco, ripubblicato con l'aggiunta di Nella vasca da bagno del tempo, è deliziosamente originale, piacevole; è intenso ma con garbo, e lei, perlomeno da quello che affiora dalle interviste, è così impagabilmente normale: una persona reale, che parla, scherza, ride, dialoga come se fosse al bar con un amico. Che bello: un'artista che non recita il ruolo; era un pezzo che non se ne vedeva uno.
Però, più che dirvi di comprare il disco (cosa che mi auguro farete non appena avrete sentito qualcosa in giro), spererei di potervi suggerire di andarla a sentire dal vivo. Cosa che farei volentieri di persona se solo sapessi che è in giro da qualche parte sulla costa toscana.
A nessuno fischiano le orecchie?

lunedì 12 marzo 2012

Moules marinières

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Sabato ho cucinato i muscoli. Moules marinières, alla francese, nei quali mi guardo bene dal raccontarvi cosa metto. Così, giusto per soddisfazione personale, posso dirvi che l'esperimento di stavolta è stato quello di aggiungere i limoni in salamoia che abbiamo preparato un paio di mesi fa e il risultato non è stato niente male. E poi la foto non mente, credo.
Quando mangio le cozze ripeto tra me e me come un mantra "Non potrò mai essere vegetariano". Non posso. E' uno di quegli alimenti che si fa strada forzatamente attraverso la psicologia delle mie fauci le quali, per quanto potessero un giorno essere scosse e traviate da insulsi moti etici o tentativi di voler bene alle piccole e indifese bestiole, non riuscirebbero se non per una frazione di secondo a resistere all'inesorabile, implacabile, inarrestabile e succulenta avanzata del simpatico mollusco bivalve che, procedendo in formazione compatta e profumata, punterebbe alla mia bocca dritto dalla pentola come un piccolo esercito armato - come tradizione vuole - di un cospicuo quantitativo di appuntite e croccanti frites, ovvero patate fritte.
Ma quello che ha inaspettatamente portato un barlume di luce gioiosa nell'untuoso tegame della mia egoistica passione culinaria è stato scoprire che il Mytilus galloprovincialis, delizioso abitante delle tavole e delle pentole di tutto il Mediterraneo, è annoverato dall'autorevolissima UICN tra le cento specie aliene più dannose del pianeta.
No, fermi lì, non alieno nel senso del Mostro di Vega. Quelli semmai sono i Vegani.
Alieno nel senso che è stato introdotto artificialmente in habitat non suoi, e dannoso nel senso che in tali habitat tende a prendere il sopravvento sulle altre specie, devastandoli.
Bene, prendete le vostre coscienze e mettetele sul tavolo: vogliamo fare qualcosa di concreto per questo benedetto pianeta o no?
Voi, dico voi con la vostra etica perversa, continuate pure a decimare gli organismi che producono l'ossigeno che respiro. Per quel che mi riguarda, c'è una missione da compiere.
A me la pentola!