venerdì 27 marzo 2015

venerdì 20 marzo 2015

Un bilancio della festa del babbo

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Tanto per cominciare quando ti alzi e scopri che all'ora di colazione Elena ha già fritto una teglia intera di frittelle sai già che la giornata andrà benone. Il resto potrebbe diventare una banale collezione di luoghi comuni e quindi ve lo evito.
Perché ora le frittelle sono un diritto acquisito; sono loro il vero significato della festa del babbo, San Beppe Affrittellato.
Le frittelle.
Amen.
E per piacere non chiamatemela festa del papà.
Altrimenti vi tolgo le frittelle.

Considerazioni scientifiche sull'eclissi

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Che palle, con quest'eclissi il bucato non asciuga mai.

mercoledì 18 marzo 2015

T'ho comprato il...

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Io non la guardo mai, la televisione. Poi capita che la guardi, passa lo spot della Coop e come al solito succede quel che succede sempre: vedo.
Intervistano la gente in strada, tre o quattro secondi l'uno, domanda a bruciapelo.
La domanda non è importante, è importante lui. Lui che gira in bici e attaccato al manubrio cosa c'ha? Un fanale a carburo!
Ma dove l'hanno trovato?
Ed è così che mi viene in mente la canzoncina. Ve la ricordate no?
"T'ho comprato il fanale a carburo...."

sabato 7 marzo 2015

Una tranquilla notte di tempesta

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È cominciato col grecale. Le previsioni lo dicevano, eppure nessuno si aspettava un evento del genere. Tutta la notte nel dormiveglia a sentire le raffiche e i tonfi, i rumori della lamiera e lo sbattere furioso delle imposte. Al mattino la Versilia si è svegliata, ma per metà è rimasta coricata. Sono rimasti a dormire gli alberi, i pali della luce, la segnaletica. Appisolati sui tetti delle case, lungo le strade, sopra le auto parcheggiate. Un dormiveglia sonnacchioso di tonnellate di legno resinoso e profumato, acciaio e lamiera, rimasti a dormire come narcotizzati, inebetiti dal vento che ha continuato a soffiare in folate inaspettate per tutta la giornata. Il bollettino è deprimente. Dalla finestra si vedeva uno sfacelo. A girare per strada in auto, a un giorno di distanza, sembrava d'essere a Sarajevo ai tempi della guerra nei Balcani. Le foto parlano da sole.













lunedì 2 marzo 2015

Virginiana Miller - Premeditazione di una storia d'amore

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Il testo che segue potrebbe sembrare fiction, o fanfiction.
In realtà l'ho sognato l'altra notte.
Un sogno vivido, partecipato, di quelli che quando ti svegli ti lasciano per qualche minuto col dubbio che quello che hai sognato fosse vero.
O forse era la polenta col coniglio in umido, non so.

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"Allora, l'hai preso?"
"No."
Il Tirreno pubblicizzava da un mese l'imminente uscita del nuovo album dei Virginiana Miller, "Premeditazione di una storia d'amore", in allegato col giornale. Nei negozi di dischi, all'uscita, era stato impossibile trovarlo e questa che sembrava essere l'occasione buona era svanita inspiegabilmente come una bolla di sapone. Per qualche ragione a me ignota Marco, mio fratello, era uscito per comprarlo ed era tornato a mani vuote.
"Era già finito???"
"No, non è neanche uscito."
"Come no?"
"C'era un paginone intero in cui il giornale si scusava coi lettori ma per ragioni non bene precisate, al momento di andare in stampa avevano deciso che non era il caso. Inquietante vero?"
"Abbastanza. Allora quelle voci sui forum..."
"Sì, a quanto pare erano fondate."
 Nei giorni passati, sui forum si speculava abbondantemente su quest'album che a quanto pare, pur attesissimo, non aveva venduto quasi nessuna copia. Ora anche il Tirreno aveva ritirato la promessa all'ultimo minuto.
Nessuno in effetti sapeva bene cosa contenesse: nessun promo, nessun singolo, nessun leak. Su qualche forum c'era chi sosteneva che Lenzi avesse dichiarato che probabilmente la gente non era ancora pronta per un album così; qualcuno sosteneva che non avesse venduto quasi nessuna copia per il semplice motivo che i negozi non ce l'avevano affatto e a veder bene anche noi non l'avevamo trovato da nessuna parte; giravano voci che avessero utilizzato strumenti assurdi come le Onde Martenot e diversi modelli di Glockenspiel; c'è chi aveva messo in giro la voce che ci fossero addirittura campionamenti della misteriosa melodia futurista perduta, intitolata "Arie Sottili", di cui Bardi aveva ritrovato un'incisione su cilindro fonografico.
Insomma, se tutto fosse stato vero avremmo potuto parlare di complotto senza alcun dubbio.
Ma perché? Che scompiglio avrebbe potuto mai creare un disco della band livornese? Neanche si parlasse di Abdul Alhazred.
Ma la sostanza era che questo disco non ce l'avevamo, e forse non l'avremmo mai ascoltato.
Merda.