Nel 2009 ho viaggiato in Croazia. Anzi, a dire il vero avevamo con noi una guida della Yugoslavia con dentro dei dinari come segnalibro, ma qui già divago. Insomma, in un campeggio, per farla breve, mi sono sentito attribuire la mia quarta nazionalità alternativa. La prima volta fu al dock di Holyhead, in Galles, dove una giovane mamma dublinese pensò per qualche minuto che fossi irlandese, anche se stavo suonando la chitarra e cantavo un pezzo dei Dire Straits con una pronuncia che immagino pessima. Poi è stata la volta del viaggio in Turchia, durante il quale mi è stato dato del bulgaro e un venditore di tappeti mi ha perfino etichettato come georgiano, cosa che tra l'altro mi fa piuttosto piacere perché non è da tutti vantarsi d'avere la faccia da georgiano. E poi anche Katie Melua è georgiana, anche se non lo sa nessuno, ma vabbè, divago ancora.
Dicevo che nel 2009 ero in Croazia, in campeggio, e stavo finendo di montare la tenda quando sono arrivati due ufficiali della Geheime Staatspolizei. Sì, la Gestapo. No, insomma, erano due austriaci vestiti da nazisti, con lunghio soprabiti di pelle consumata, elmetti militari invece del casco e due moto Puch degli anni '30 con la targa in caratteri gotici stampata su una lamina lungo il parafango anteriore che avrebbero fatto sciogliere in brodo di giuggiole diversi miei amici appassionati di moto. Per farla breve, questi parcheggiano accanto a noi, scendono dalla moto, uno dei due - quello coi baffi alla Lemmy dei Motorhead - si volta verso di me, allarga un sorriso ed esclama: "Hungària!!!"
Io onestamente sono rimasto un po' scosso. Gli ho spiegato che eravamo italiani e ho chiarito con diplomazia il fatto che non fossero effettivamente degli ufficiali nazisti.
Così ho scoperto, dopo le altre tre nazionalità fantasma, che devo avere una faccia da est europa. Un'aria da velika pivo e sbiadite foto della DDR. Dev'essere la radioattività rilasciata dalla mia Zorki 4. Chissà.
Fatto sta che oggi, in omaggio a quella gran faccia da ungherese che mi ritrovo, ho fatto il Gulasch.
Era buonissimo.
Perfetto per questa fredda e nebbiosetta giornata di gennaio.
Una bella Weißbier e egészségére!
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