lunedì 26 agosto 2013
Antipodi
Lo scorso 14 luglio è stato l'ottavo anniversario di Postcrossing, il sito che organizza lo scambio di cartoline fra persone di tutto il mondo. Io ho voluto celebrarlo a modo mio disegnando una cartolina commemorativa e inviandola alla persona che vive più lontana da me sul pianeta.
Si chiama Akane, ha tredici anni e vive a Gisborne, in Nuova Zelanda. A quanto pare è stata felicissima di ricevere il mio disegno.
Oggi, dopo molti giorni ma ad appena una settimana da quando è partita, nella mia cassetta della posta c'era questa cartolina!
E' buffo rendersi conto all'improvviso che in pochi giorni può arrivarti una cartolina che è stata scritta in un'altra stagione. Migliaia e migliaia di chilometri (per l'esattezza quasi diciannovemila), climi e paesi per trasportare un sorriso.
Ma voi, cosa aspettate a spedirne una?
Si chiama Akane, ha tredici anni e vive a Gisborne, in Nuova Zelanda. A quanto pare è stata felicissima di ricevere il mio disegno.
Oggi, dopo molti giorni ma ad appena una settimana da quando è partita, nella mia cassetta della posta c'era questa cartolina!
E' buffo rendersi conto all'improvviso che in pochi giorni può arrivarti una cartolina che è stata scritta in un'altra stagione. Migliaia e migliaia di chilometri (per l'esattezza quasi diciannovemila), climi e paesi per trasportare un sorriso.
Ma voi, cosa aspettate a spedirne una?
venerdì 26 luglio 2013
Rollei Digibase CN200 Pro giveaway!
Per chi fosse interessato, BelieveInFilm sta regalando due rulli di Rollei Digibase CN200 Pro. Io avrei voluto provare le dia, ok, ma anche le negative non le scarterei.
Fateci un giro!
Fateci un giro!
lunedì 22 luglio 2013
giovedì 18 luglio 2013
Voglia di Grecia
E' una mezza confessione: ci stiamo allenando. Quest'anno le ferie arriveranno tardi e mentre aspettiamo, col caldo che attanaglia e un po' di ottima materia prima, perché non concedersi un assaggio di Grecia? Et voilà. Gyros pita casalingo, con buona parte degli ingredienti più sani del sano. Prima cosa, preparare i pita.
Il resto è sotto ai vostri occhi: pomodori (dell'orto), insalata (dell'orto) tzatziki fatto con lo yogurt casalingo - abbiamo il distributore di latte crudo appena munto a due passi - e il cetriolo (dell'orto), basilico preso sul balcone e in pratica l'unica cosa aliena sono le olive kalamata che però avevamo in casa e quindi perché mai privarcene? Il vino, a voler essere filologicamente pignoli, avrebbe dovuto essere retsina ma quando hai una buona bottiglia di vernaccia perché mai dovresti impazzire a cercare del vino greco di pessima qualità pagandolo più di quel che vale?
Su questo ormai ho riconosciuta fama. Non chiedetemi una ricetta, vi prego. Sappiate solo che uso sia farina che semola, il lievito lo doso a occhio perché anche la farina e la semola le doso a occhio. Unica avvertenza: usate acqua tiepida, anzi, calduccia per sciogliere il lievito e metteteci un po' di zucchero. Si impasta sulla spianatoia, senza fretta, e i pita si gettano sulla piastra del forno bollente, anche 200-220 gradi.
Vengono così, una tasca perfetta che apri col coltello pronta per essere riempita.
Il gyros in realtà dovrei chiamarlo souvlaki perchè è uno spiedino e non uno spiedo grande, ma è di maiale e i souvlaki di maiale non si sono mai sentiti. E' marinato nello yogurt, con un po' di finocchio, cumino e limone.
Il gyros in realtà dovrei chiamarlo souvlaki perchè è uno spiedino e non uno spiedo grande, ma è di maiale e i souvlaki di maiale non si sono mai sentiti. E' marinato nello yogurt, con un po' di finocchio, cumino e limone.

E' fatta. Pranzo completo. Ne abbiamo mangiati tre a testa, belli pieni. Forse il sentirsi mediterranei è anche sentirsi con la pancia piena e la consapevolezza che non ti farà male. Boh. Aspetto di tornare dalle ferie, vi saprò senz'altro dire.
mercoledì 17 luglio 2013
lunedì 1 luglio 2013
Sorprese del postcrossing
Da qualche tempo mi sono appassionato al postcrossing, ovvero lo scambio di cartoline con perfetti estranei in ogni paese del mondo. Il sito che gestisce gli scambi si assicura che ci sia equità tra le cartoline inviate e quelle ricevute ma c'è sempre la possibilità di contattarsi direttamente per scambi alla pari: io scrivo a te e tu scrivi a me. Mi ero quasi dimenticato di aver acconsentito a uno scambio diretto con la Cina (ho specificato che sono disposto a scambi diretti di cartoline con i paesi dell'estremo oriente) quando tornando a casa la sera trovo una busta in cassetta. Si tratta di Yumiao, che mi manda come promesso una busta. Apro la busta e quasi mi commuovo.
Dentro ci sono:
- una lettera, scritta a mano
- una cartolina
- una selezione di francobolli da tutto il mondo, accuratamente imbustati
- una moneta cinese
- un piego di carta velina contenente un drago in carta rossa intagliata di una precisione tale da far spalancare gli occhi
- un'etchetta prestampata col suo indirizzo anche in caratteri cinesi in modo da non doverlo scrivere a mano sulla cartolina che le invierò
Così. Sulla fiducia.
Nella lettera una sola richiesta: "please mail me a postcard".
A me queste cose lasciano un briciolo di speranza nel genere umano.
E voi che aspettate a scrivere una cartolina a qualcuno?
Fate felice uno sconosciuto.
giovedì 27 giugno 2013
La fine del digitale?
E' morta.
Ormai è lampante. Pare che questo maledetto errore dell'obiettivo non dipenda minimamente da polvere o sporcizia negli ingranaggi, visto che l'ho smontata tutta e ho constatato che l'obiettivo scorre benissimo. Infatti riposizionandolo manualmente a fine corsa tutto sembra sistemato: la macchina si accende, vedo il display, i menu, posso zoomare allegramente avanti e indietro e impostare tutto quello che mi pare, peccato che non funzionino né il fuoco manuale nè l'autofocus. Poi, se la spengo, l'infarto: la lente si blocca dopo due millimetri di corsa, il display diventa nero, fa sei beep e dice che c'è un errore nell'obiettivo, consigliando di riavviare la macchina. Purtroppo se premo il pulsante di accensione fa sempre così, a meno di non reinserire un'altra volta l'obiettivo a mano. E comunque una macchina fotografica che non mette a fuoco non serve a un cazzo, diciamocelo. Non è che posso impostarla in modo che lavori sull'iperfocale...
Quindi la diagnosi è "morte elettronica". Io ci speravo quasi che ci fosse della sabbia dentro, oppure una guida rotta. Con la 5700 riuscii perlomeno a pulirla e fare una riparazione alla meglio. Qui non c'è nulla da fare.
Ed è così che ti balena in testa la possibilità di abbandonare il digitale per sempre. Scatto con macchine degli anni cinquanta, sessanta e settanta e funzionano tutte perfettamente, anche quando cadono sull'asfalto da un metro e mezzo d'altezza. La resa è bellissima e il fascino non è nemmeno lontanamente equiparabile.
E' un attimo di lucida follia.
Poi mi torna in mente che per le esigenze di tutti i giorni avere una macchina digtale per il lavoro, per i blog, per tutte quelle applicazioni pratiche in cui la pellicola sarebbe inutilmente dispendiosa e troppo lenta per essere efficace, si rivela abbastanza indispensabile.
Se fossi uno di quei patiti dello smartphone giuro che mi arrangerei con quello. Peccato che non ce l'abbia, io, uno smartphone; e che mi facciano cacare, peraltro. Come se non bastasse, uno smartphone costerebbe più della macchina fotografica (perlomeno di quella che ritengo decente comprare) quindi desolee, mes amis, niente da fare.
Ah, e ovviamente pare si sia bruciato anche l'alimentatore dello scanner. Spero, almeno, sia l'alimentatore; perché se è lo scanner a essere bruciato allora c'è una voce dall'alto che mi suggerisce - evidentemente - di smetterla con le foto.
Forse sarebbe un bene. Non so.
Mi viene quasi voglia di prendere una compattina di quelle da ottanta euro e mandare tutto affanculo. Chissà. Soldi non ce n'è e se lo scanner fosse davvero rotto allora quel poco preferirei investirlo su di lui.
In attesa che qualcuno esca sul mercato con una compatta digitale con display orientabile, ottica decentemente luminosa e pieni controlli manuali che non costi una fortuna.
Per ora, quindi, non se ne parla. Se ho bisogno di una digitale c'è sempre la micro 4/3 di Elena.
Il futuro resta ignoto.
Ormai è lampante. Pare che questo maledetto errore dell'obiettivo non dipenda minimamente da polvere o sporcizia negli ingranaggi, visto che l'ho smontata tutta e ho constatato che l'obiettivo scorre benissimo. Infatti riposizionandolo manualmente a fine corsa tutto sembra sistemato: la macchina si accende, vedo il display, i menu, posso zoomare allegramente avanti e indietro e impostare tutto quello che mi pare, peccato che non funzionino né il fuoco manuale nè l'autofocus. Poi, se la spengo, l'infarto: la lente si blocca dopo due millimetri di corsa, il display diventa nero, fa sei beep e dice che c'è un errore nell'obiettivo, consigliando di riavviare la macchina. Purtroppo se premo il pulsante di accensione fa sempre così, a meno di non reinserire un'altra volta l'obiettivo a mano. E comunque una macchina fotografica che non mette a fuoco non serve a un cazzo, diciamocelo. Non è che posso impostarla in modo che lavori sull'iperfocale...
Quindi la diagnosi è "morte elettronica". Io ci speravo quasi che ci fosse della sabbia dentro, oppure una guida rotta. Con la 5700 riuscii perlomeno a pulirla e fare una riparazione alla meglio. Qui non c'è nulla da fare.
Ed è così che ti balena in testa la possibilità di abbandonare il digitale per sempre. Scatto con macchine degli anni cinquanta, sessanta e settanta e funzionano tutte perfettamente, anche quando cadono sull'asfalto da un metro e mezzo d'altezza. La resa è bellissima e il fascino non è nemmeno lontanamente equiparabile.
E' un attimo di lucida follia.
Poi mi torna in mente che per le esigenze di tutti i giorni avere una macchina digtale per il lavoro, per i blog, per tutte quelle applicazioni pratiche in cui la pellicola sarebbe inutilmente dispendiosa e troppo lenta per essere efficace, si rivela abbastanza indispensabile.
Se fossi uno di quei patiti dello smartphone giuro che mi arrangerei con quello. Peccato che non ce l'abbia, io, uno smartphone; e che mi facciano cacare, peraltro. Come se non bastasse, uno smartphone costerebbe più della macchina fotografica (perlomeno di quella che ritengo decente comprare) quindi desolee, mes amis, niente da fare.
Ah, e ovviamente pare si sia bruciato anche l'alimentatore dello scanner. Spero, almeno, sia l'alimentatore; perché se è lo scanner a essere bruciato allora c'è una voce dall'alto che mi suggerisce - evidentemente - di smetterla con le foto.
Forse sarebbe un bene. Non so.
Mi viene quasi voglia di prendere una compattina di quelle da ottanta euro e mandare tutto affanculo. Chissà. Soldi non ce n'è e se lo scanner fosse davvero rotto allora quel poco preferirei investirlo su di lui.
In attesa che qualcuno esca sul mercato con una compatta digitale con display orientabile, ottica decentemente luminosa e pieni controlli manuali che non costi una fortuna.
Per ora, quindi, non se ne parla. Se ho bisogno di una digitale c'è sempre la micro 4/3 di Elena.
Il futuro resta ignoto.
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