Su questo ormai ho riconosciuta fama. Non chiedetemi una ricetta, vi prego. Sappiate solo che uso sia farina che semola, il lievito lo doso a occhio perché anche la farina e la semola le doso a occhio. Unica avvertenza: usate acqua tiepida, anzi, calduccia per sciogliere il lievito e metteteci un po' di zucchero. Si impasta sulla spianatoia, senza fretta, e i pita si gettano sulla piastra del forno bollente, anche 200-220 gradi.
Vengono così, una tasca perfetta che apri col coltello pronta per essere riempita.
Il gyros in realtà dovrei chiamarlo souvlaki perchè è uno spiedino e non uno spiedo grande, ma è di maiale e i souvlaki di maiale non si sono mai sentiti. E' marinato nello yogurt, con un po' di finocchio, cumino e limone.
Il gyros in realtà dovrei chiamarlo souvlaki perchè è uno spiedino e non uno spiedo grande, ma è di maiale e i souvlaki di maiale non si sono mai sentiti. E' marinato nello yogurt, con un po' di finocchio, cumino e limone.
Il resto è sotto ai vostri occhi: pomodori (dell'orto), insalata (dell'orto) tzatziki fatto con lo yogurt casalingo - abbiamo il distributore di latte crudo appena munto a due passi - e il cetriolo (dell'orto), basilico preso sul balcone e in pratica l'unica cosa aliena sono le olive kalamata che però avevamo in casa e quindi perché mai privarcene? Il vino, a voler essere filologicamente pignoli, avrebbe dovuto essere retsina ma quando hai una buona bottiglia di vernaccia perché mai dovresti impazzire a cercare del vino greco di pessima qualità pagandolo più di quel che vale?
E' fatta. Pranzo completo. Ne abbiamo mangiati tre a testa, belli pieni. Forse il sentirsi mediterranei è anche sentirsi con la pancia piena e la consapevolezza che non ti farà male. Boh. Aspetto di tornare dalle ferie, vi saprò senz'altro dire.
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