giovedì 9 febbraio 2012
Certezze
Tra le poche certezze di questa vita complicata, una è questa:
casomai dovessi diventare ricco, o casomai qualcuno mi volesse fare un bel regalo (dico un BEL regalo), ecco, io vorrei volare almeno una volta con la Singapore Airlines.
Miglior compagnia aerea mondiale del 2011 e, beh, degli ultimi ventitre anni.
La cosa bella è che le hostess della Singapore Airlines non sono vestite da marinarette deficienti con un pentolino in testa e non somigliano a Shane MacGowan.
No.
Portano il sarong, un delicato elegantissimo sarong dai toni indaco e lilla, camminano con la grazia di un angelo (non so se avete presenti le hostess dei voli interni Alitalia, per paragone) e sono così:
E, no, so cosa state pensando. Pensate "Ma questa è una pubblicità".
Fanculo la pubblicità. Le ho viste coi miei occhi in aeroporto e sono così.
Non più o meno.
Così.
Le Singapore Girls.
Ok, non vanno in giro per l'aereo a raccogliere da terra peteli di fiore, ma mi sembra un dettaglio trascurabile.
E ora, ditemi, dove vorreste andare in vacanza prima che, come garantito dai Maya, finisca il mondo?
mercoledì 1 febbraio 2012
martedì 3 gennaio 2012
Buoni propositi - 01
01 - La bici
Buoni propositi per il 2012. Certo. Penso che ognuno di noi ne abbia fatto qualcuno.
Io non molti a dire il vero, ma tra quelli più semplici ce n'è uno che mi ronza in testa, che da tempo avevo in mente e che non mi sono dimenticato. Una cosa è certa: nel 2012, magari in tempo per la bella stagione, avrò di nuovo una bici. No, non la voglio comprare, la voglio assemblare: telaio semplice e snello, di bici da passeggio o da strada, ruote da ventisei pollici, sella scarna e magari poi le regalo un pignone da pista e la faccio diventare una fixie. Così non ho bisogno di orpelli inutili, cavi, dinamo, corna e cazzate varie. Teoricamente neanche dei freni, anche se per evitare rogne magari un anteriore ce lo metto.
Ora inizia la caccia ai pezzi (e al telaio, più che altro).
Siete sempre lì? Occhi e orecchie aperti? Mi aiutate a rimediare pezzi o bici intere che qualcuno non usa da anni o butta via?
Ci conto :-)
Io non molti a dire il vero, ma tra quelli più semplici ce n'è uno che mi ronza in testa, che da tempo avevo in mente e che non mi sono dimenticato. Una cosa è certa: nel 2012, magari in tempo per la bella stagione, avrò di nuovo una bici. No, non la voglio comprare, la voglio assemblare: telaio semplice e snello, di bici da passeggio o da strada, ruote da ventisei pollici, sella scarna e magari poi le regalo un pignone da pista e la faccio diventare una fixie. Così non ho bisogno di orpelli inutili, cavi, dinamo, corna e cazzate varie. Teoricamente neanche dei freni, anche se per evitare rogne magari un anteriore ce lo metto.
Ora inizia la caccia ai pezzi (e al telaio, più che altro).
Siete sempre lì? Occhi e orecchie aperti? Mi aiutate a rimediare pezzi o bici intere che qualcuno non usa da anni o butta via?
Ci conto :-)
martedì 13 dicembre 2011
Go
E così, finalmente, grazie a Elena che mi fa regali inaspettati, anch'io ho un goban e delle pietre degne di tale nome.
Come, non sapete cos'è il Go???
Qualcuno di voi l'avrà intravisto in "A beautiful mind", dove un fantastico Russel Crowe nei panni del geniale e folle matematico John Nash gioca una partita con un amico.
Il Go è - forse - il più antico gioco ancora giocato ai giorni nostri e, in termini di impegno mentale, rappresenta un vero spasso. Niente a che vedere con la ripetitività della dama o con la complessità formale degli scacchi. Qui si tratta di eserciti ma in oriente non hanno bisogno, come noi occidentali, della didascalica rappresentazione di cavalli, cavalieri, torri, regine e re. Sono territori da conquistare, strategie per mantenerli, per sottrarli all'avversario o ampliarli con intelligenti scambi. Sono prigionieri da fare, inganni da tendere, trappole da evitare.
Tutto questo solo appoggiando le pietre sul goban fino alla conclusione della partita.
Affascinante, coinvolgente; il suono delle pietre poggiate sul goban vale da solo il piacere di giocare.
Ditemi un po', non vi va di fare una partita?
mercoledì 26 ottobre 2011
mercoledì 31 agosto 2011
mercoledì 17 agosto 2011
Il descrittore dello spazio e la palla di sterco
Se a ferragosto hai la febbre e sei costretto a letto che c'è di meglio di mettersi a elaborare bizzarri descrittori dello spazio?
Solo, a letto, in un letto che per la precisione non è neanche il mio, me ne stavo a pensare che qualsiasi oggetto reale potrebbe essere rappresentato efficacemente come un agglomerato di cubi di spigolo variabile nell'insieme dei reali, utilizzando come descrittore per ciascun cubo una stringa di quattro valori dove i primi tre rappresentano la posizione nello spazio dello spigolo più vicino all'origine e il terzo, banalmente, la lunghezza positiva dello spigolo; è così che, immaginavo, ogni oggetto fisico può essere approssimato a un insieme di cubi di spigolo variabile i cui descrittori vettoriali definiscono una matrice 4 x n dove pertanto n può essere interpretato alternativamente come misura dell'approssimazione scelta (maggiore è n, più alto è il numero di cubi e conseguentemente migliore l'approssimazione della realtà) o semplicemente della complessità dell'oggetto (più cubi vengono usati, maggiore è la necessità che ha portato a utilizzarli).
Di fatto si tratta della trasposizione su modello matriciale dei mattoncini Lego, con lo svantaggio di poter disporre solo di mattoncini cubici ma il grosso vantaggio di poterne variare la dimensione a piacimento, anche di valori frazionari.
Altro fatto interessante è che la matrice descrittiva di un oggetto vanta un'invidiabile comprimibilità dei dati, se si guarda agli algoritmi di compressione.
A questo punto, visto che quando uno è malato si dovrebbe riposare, stavo giusto passando ad apportare qualche lieve modifica, come quella di utilizzare stringhe di cinque valori per inserire un fattore moltiplicativo e di fatto semplificare le matrici risultanti per oggetti molto complessi (insomma, per dire che il cubo appena descritto venisse replicato m volte, per esempio) quando mi hanno svegliato per portarmi un bicchiere d'acqua col limone.
L'acqua col limone rinfresca, è piacevole.
Ho provato timidamente a illustrare quest'idea ma l'espressione di Elena tradiva inequivocabilmente il pensiero "chiamo la neurodeliri", immediatamente seguito da "lo soffoco col cuscino".
Ecco, quasi quasi invidio quando ero piccolo.
Da piccolo quando avevo la febbre e stavo male sognavo di trasmigrare attraverso i piani di un palazzo, attraversare le stanze salendo verso l'alto; quando stavo proprio male, nella stanza trovavo un'enorme palla di sterco.
Non so, secondo voi cosa è preferibile?
Dall'influenza sono guarito.
Dal resto temo di non riuscirci più...
Solo, a letto, in un letto che per la precisione non è neanche il mio, me ne stavo a pensare che qualsiasi oggetto reale potrebbe essere rappresentato efficacemente come un agglomerato di cubi di spigolo variabile nell'insieme dei reali, utilizzando come descrittore per ciascun cubo una stringa di quattro valori dove i primi tre rappresentano la posizione nello spazio dello spigolo più vicino all'origine e il terzo, banalmente, la lunghezza positiva dello spigolo; è così che, immaginavo, ogni oggetto fisico può essere approssimato a un insieme di cubi di spigolo variabile i cui descrittori vettoriali definiscono una matrice 4 x n dove pertanto n può essere interpretato alternativamente come misura dell'approssimazione scelta (maggiore è n, più alto è il numero di cubi e conseguentemente migliore l'approssimazione della realtà) o semplicemente della complessità dell'oggetto (più cubi vengono usati, maggiore è la necessità che ha portato a utilizzarli).
Di fatto si tratta della trasposizione su modello matriciale dei mattoncini Lego, con lo svantaggio di poter disporre solo di mattoncini cubici ma il grosso vantaggio di poterne variare la dimensione a piacimento, anche di valori frazionari.
Altro fatto interessante è che la matrice descrittiva di un oggetto vanta un'invidiabile comprimibilità dei dati, se si guarda agli algoritmi di compressione.
A questo punto, visto che quando uno è malato si dovrebbe riposare, stavo giusto passando ad apportare qualche lieve modifica, come quella di utilizzare stringhe di cinque valori per inserire un fattore moltiplicativo e di fatto semplificare le matrici risultanti per oggetti molto complessi (insomma, per dire che il cubo appena descritto venisse replicato m volte, per esempio) quando mi hanno svegliato per portarmi un bicchiere d'acqua col limone.
L'acqua col limone rinfresca, è piacevole.
Ho provato timidamente a illustrare quest'idea ma l'espressione di Elena tradiva inequivocabilmente il pensiero "chiamo la neurodeliri", immediatamente seguito da "lo soffoco col cuscino".
Ecco, quasi quasi invidio quando ero piccolo.
Da piccolo quando avevo la febbre e stavo male sognavo di trasmigrare attraverso i piani di un palazzo, attraversare le stanze salendo verso l'alto; quando stavo proprio male, nella stanza trovavo un'enorme palla di sterco.
Non so, secondo voi cosa è preferibile?
Dall'influenza sono guarito.
Dal resto temo di non riuscirci più...
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