Sono le mie personali celebrazioni giapponesi, quelle delle piccole abitudini, del fazzoletto in tasca, delle foderine in carta per i libri in lettura, del bicchiere di genmaicha al rientro da una fredda e spossante giornata. Ogni anno dal 12 novembre al 28 vivo due realtà parallele: quella che vedono i miei occhi e quella che vede la mia testa, miscelate continuamente, inscindibilmente e incomprensibilmente in un'unica meravigliosa ghirlanda vorticante.
giovedì 12 novembre 2015
Una meravigliosa ghirlanda vorticante
Questo stesso giorno, cinque anni fa, prendevo un aereo su cui avrei passato dodici ore. Sarei arrivato in una Ueno dal cielo piatto e filtrato da un garbuglio di centinaia di cavi elettrici e telefonici; un quartiere popolare della smisurata Tōkyō, un piccolo ryokan in cui, poco più di vent'anni prima, aveva dormito Pete Seeger. Era l'inizio del più bel viaggio che abbia mai fatto e che, puntualissimo, ogni novembre non manca di farmi nuovamente visita. Mi costringerà a riguardare le foto, a cucinare udon, a ridere e persino trattenere qualche luccicone agli occhi, tirar fuori oggetti curiosi, guardare fuori dalla finestra con la speranza di veder passare i karasu invece delle solite tortore.
Iscriviti a:
Post
(
Atom
)