martedì 13 dicembre 2011

Go

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E così, finalmente, grazie a Elena che mi fa regali inaspettati, anch'io ho un goban e delle pietre degne di tale nome.
Come, non sapete cos'è il Go???
Qualcuno di voi l'avrà intravisto in "A beautiful mind", dove un fantastico Russel Crowe nei panni del geniale e folle matematico John Nash gioca una partita con un amico.
Il Go è - forse - il più antico gioco ancora giocato ai giorni nostri e, in termini di impegno mentale, rappresenta un vero spasso. Niente a che vedere con la ripetitività della dama o con la complessità formale degli scacchi. Qui si tratta di eserciti ma in oriente non hanno bisogno, come noi occidentali, della didascalica rappresentazione di cavalli, cavalieri, torri, regine e re. Sono territori da conquistare, strategie per mantenerli, per sottrarli all'avversario o ampliarli con intelligenti scambi. Sono prigionieri da fare, inganni da tendere, trappole da evitare.
Tutto questo solo appoggiando le pietre sul goban fino alla conclusione della partita.
Affascinante, coinvolgente; il suono delle pietre poggiate sul goban vale da solo il piacere di giocare.
Ditemi un po', non vi va di fare una partita?

mercoledì 26 ottobre 2011

[origami] - business card holder

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Business card holder - Porta biglietti da visita
Un modello creato al volo per liberare la scrivania.


mercoledì 31 agosto 2011

Violet!

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Questo Annuum l'abbiamo salvato dal cassonetto. Chiara l'ha raccolto che faceva schifo, poi con noi s'è trovato bene... ;-)
Pulito, potato a dovere, trapiantato e amorevolmente annaffiato.
Non è un tesoro?

mercoledì 17 agosto 2011

Il descrittore dello spazio e la palla di sterco

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Se a ferragosto hai la febbre e sei costretto a letto che c'è di meglio di mettersi a elaborare bizzarri descrittori dello spazio?
Solo, a letto, in un letto che per la precisione non è neanche il mio, me ne stavo a pensare che qualsiasi oggetto reale potrebbe essere rappresentato efficacemente come un agglomerato di cubi di spigolo variabile nell'insieme dei reali, utilizzando come descrittore per ciascun cubo una stringa di quattro valori dove i primi tre rappresentano la posizione nello spazio dello spigolo più vicino all'origine e il terzo, banalmente, la lunghezza positiva dello spigolo; è così che, immaginavo, ogni oggetto fisico può essere approssimato a un insieme di cubi di spigolo variabile i cui descrittori vettoriali definiscono una matrice 4 x n dove pertanto n può essere interpretato alternativamente come misura dell'approssimazione scelta (maggiore è n, più alto è il numero di cubi e conseguentemente migliore l'approssimazione della realtà) o semplicemente della complessità dell'oggetto (più cubi vengono usati, maggiore è la necessità che ha portato a utilizzarli).
Di fatto si tratta della trasposizione su modello matriciale dei mattoncini Lego, con lo svantaggio di poter disporre solo di mattoncini cubici ma il grosso vantaggio di poterne variare la dimensione a piacimento, anche di valori frazionari.
Altro fatto interessante è che la matrice descrittiva di un oggetto vanta un'invidiabile comprimibilità dei dati, se si guarda agli algoritmi di compressione.
A questo punto, visto che quando uno è malato si dovrebbe riposare, stavo giusto passando ad apportare qualche lieve modifica, come quella di utilizzare stringhe di cinque valori per inserire un fattore moltiplicativo e di fatto semplificare le matrici risultanti per oggetti molto complessi (insomma, per dire che il cubo  appena descritto venisse replicato m volte, per esempio) quando mi hanno svegliato per portarmi un bicchiere d'acqua col limone.
L'acqua col limone rinfresca, è piacevole.
Ho provato timidamente a illustrare quest'idea ma l'espressione di Elena tradiva inequivocabilmente il pensiero "chiamo la neurodeliri", immediatamente seguito da "lo soffoco col cuscino".
Ecco, quasi quasi invidio quando ero piccolo.
Da piccolo quando avevo la febbre e stavo male sognavo di trasmigrare attraverso i piani di un palazzo, attraversare le stanze salendo verso l'alto; quando stavo proprio male, nella stanza trovavo un'enorme palla di sterco.
Non so, secondo voi cosa è preferibile?
Dall'influenza sono guarito.
Dal resto temo di non riuscirci più...

lunedì 4 luglio 2011

Orto - progress

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Aggiornamento dell'orto: basilico da assalto, zucchini pronti, peperoncini in formissima e la melanzana finalmente fiorisce ;-)





giovedì 23 giugno 2011

Zenzero

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Me lo chiedevo da tempo: ma piantando lo zenzero, nascerà la pianta oppure nei nostri climi non se ne parla? Così, quando Francesca di ritorno dal Kenya m'ha portato un pezzetto di rizoma, piuttosto che mangiarlo l'ho messo in un vaso e ho aspettato.
Tanto.
Poi, un giorno, dal terreno spuntava un germoglio simile a quello del bambù, alto un paio di centimetri.
Ecco com'è diventato dopo un mese!
Leggo che l'amico fritz aspettava che ci fossero circa venticinque gradi, ed è stato di parola. Ora crescerà, fiorirà, e prima o poi lo dovrò sterrare recuperando il rizoma che nel frattempo si sarà moltiplicato come un pazzo.
La risposta, quindi, è: sì; nasce, cresce e probabilmente una di queste notti mi sorprenderà nel sonno divorandomi.
Ora attendo la fioritura :-)

mercoledì 1 giugno 2011

Orto - Week 4

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Orto - Week 4

Trionfo dei peperoncini: sono tutti fioriti e uno ha anche già il frutto. La zucchina ha otto boccioli e la cicoria è in formissima!


martedì 24 maggio 2011

Uke 'n' shirt

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Quest'anno piglia bene così: ukulele e camicia con le palme.
O venitemi a di' qualcosa.
Lo strumento del ventunesimo secolo.

mercoledì 18 maggio 2011

Orto - Week 3

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Trascorsa la terza settimana inizia il consumo: nel panino con l'arrosto, in insalata, come antipasto. I ravanelli fanno spazio ad altri ravanelli, la misticanza che si toglie aiuta a diradare e lascia crescere quella che resta, il basilico viene cimato e infoltisce.
Nel frattempo nella terza conca sono stati messi altri ravanelli e della cicoria bassa e nella quarta una pianta di zucchine e due di peperoncini Chiluacle Rojo.
Enjoy :-)

la menta
nuovi ravanelli
peperoncini e zucchina
misticanza
ravanelli!
farcitura del panino
insalata mista con basilico
i ravanelli appena germogliati
misticanza
le nuove piantine di cicoria

giovedì 5 maggio 2011

Orto in Progress

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Ebbene sì: questo è l'orto nel terrazzo dello studio. Per ora accoglie ravanelli, basilico, menta e misticanza oltre a una solitaria melanzana salvata dal macero. Enjoy!

Week 1






Week 2

martedì 15 marzo 2011

Chiba city blues

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I primi deboli segnali delle radiazioni sono a Chiba, alle porte di Tokyo. Quella Chiba apocalittica dei racconti di William Gibson che in realtà non è che una città dell'area metropolitana di Tokyo piena zeppa di industria leggera e abitazioni. Come in una battuta di un noto film, potrebbe andare peggio: potrebbe piovere. E con la pioggia tutto quello che resta in sospensione aerea si spalmerebbe dolcemente a terra, indelebile.
Rifkin sostiene che con questo esempio il nucleare sia destinato a morire; tutto sommato se una nazione come il Giappone si trova nelle condizioni di non saper gestire un'emergenza significa che si tratta di una grossa emergenza. Giusto perché vi rendiate conto, a Tokyo dopo il terremoto, con il black-out e gli impianti d'allarme bloccati, non si è registrato un solo furto.
Noi abbiamo gli sciacalli non appena qualcuno starnutisce. I giapponesi mantengono la calma, cooperano, sopportano, si danno da fare e qualcuno di loro mette il culo in gioco e va a cercare di bloccare quei maledetti reattori in zone con tassi di radioattività centinaia di volte sopra la norma. Lo sanno, che prima o poi spunterà qualche tentacolo o si deformerà qualche arto. Sanno benissimo che il loro sangue non è più sangue. Ma del resto è l'unico paese che ha saputo risollevarsi da due esplosioni atomiche. Belliche, che è anche peggio.
Come si fa a pensare che noi sapremmo gestire una tale potenza? Noi che spediamo il pattume in Germania, noi che dopo due anni abbiamo ancora il centro dell'Aquila piantonato dai militari, che ancora dobbiamo dare una casa ai terremotati dell'Irpinia e del Belice.
Come si può essere così idioti da non capire che anche se ci affidiamo alla migliore delle tecnologie c'è sempre il rischio che qualcosa non funzioni? E magari non succede un incidente, ma le centrali si bloccano a catena, come le undici che si sono bloccate automaticamente in Giappone. Sapete, vero, cosa significa concentrare la produzione energetica in questo modo? Significa che se le centrali si bloccano è il black-out totale. Il caos collaterale è semplicemente inimmaginabile. Stessa infinita cazzata se si pensa alle folli proposte di infiniti campi di solare termodinamico nel deserto. Roba da citrulli.
La produzione di energia non può che essere distribuita, spalmata sul territorio, commisurata all'utenza. Ridurre la grande distribuzione, diventare quanto più autonomi.
E vi dicono che non basta, che non ce la facciamo.
Sapete perché non ce la facciamo?
Perché siete una massa di stronzi.
No, non fate quella faccia, è così. Dico a voi, voi che vi rifiutate di capire che non occorre produrre più energia ma consumarne meno. Voi gigantesche teste di cazzo che prendete il SUV per andare al bar a cinquecento metri dall'ufficio. Voi che condizionate anche la cuccia del cane perché - poverino - anche lui ha diritto al suo bel frescuccio, con questo surriscaldamento globale che gli stessi climatizzatori esasperano. Voi che siete tanto rincoglioniti da televisione e giornali da ritenere assolutamente necessaria tutta una serie di inutili orpelli senza i quali probabilmente vivremmo anche meglio. I ferri da stiro, la piastra per i capelli, i forni a microonde, i bollitori elettrici, le macchine del pane, i cuociuovo, il macchinone, le fruste elettriche, le vetrine accese di notte, i miliardi di inutili cazzate di cui il mondo cosiddetto civilizzato si circonda quotidianamente.

Basta.
Cercate di capirlo.

La soluzione non è produrre di più a un minor costo.
E' smettere di fare gli imbecilli.

E toglietemi il broncio. Non ve la sarete mica presa per quella frase, vero? Non che me ne freghi qualcosa, comunque; non mi sembra che ci sia più il tempo di andare tanto per il sottile, tempo per lo sciocco bon ton, per la forma senza sostanza.
Questa, è crisi. Fino a oggi, era ricreazione.
Chi sputtana il futuro non ha voce in capitolo; quando toccherà a noi, saranno cazzi. Non passa giorno che non mi convinca un po' di più sulla necessità dell'estinzione; è evidente che avesse ragione l'Agente Smith, ma mi piacerebbe sbagliarmi.
Dimostratemelo.

lunedì 28 febbraio 2011

Due ore spese bene

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erbucci e violette
asparagi selvatici. 800 g
Sabato pomeriggio. Ditemelo voi se non sono state due ore spese bene.
Seguono pasta, frittata e insalata di campo con violette.
;-)